In effetti l'autocertificazione è una sorta di trucco venduto al cittadino come favore.
La pubblica amministrazione è già perfettamente a conoscenza di tutti i dati oggetto di autocertificazione, ma pretende che il cittadino attesti quello che gli uffici sanno già per risparmiarsi la scocciatura di cercarlo subito. E' una vessazione che, in un Paese civile, andava risolta piuttosto rendendo illegittima qualsiasi richiesta da parte della P.A. di dati in possesso della P.A. stessa.
I pubblici uffici, come si è detto, hanno la possibilità di verificare i dati (che già detengono) e con il tempo queste verifiche vengono fatte.
Il privato invece non custodisce da qualche parte l'informazione che chiede al cliente, e non sarà mai in grado di verificarla autonomamente. Per questo nessun privato ha obbligo di accettare l'autocertificazione, e tutti hanno facoltà di richiedere il documento "vero".
Se poi il privato vuole farlo, è una scelta sua. A quel punto non vi è più neppure distinzione tra autocertificazione e semplice dichiarazione di informazioni, perchè in ogni caso il privato non ha gli strumenti per accertare e perseguire la frode.
Sul tema dello stato di famiglia per sfruttare le agevolazioni della Bersani, ci sono compagnie che fanno compilare una dichiarazione, altre che vogliono l'autocertificazione, altre che pretendono il certificato anagrafico.
Va detto che tutte e tre commettono un errore di fondo. La "Bersani" si riferisce espressamente al nucleo familiare convivente, mentre lo stato di famiglia, secondo la legge, non esprime una situazione necessariamente corrispondente al "nucleo familiare".